Ordine, Lucarelli salva
la presidenza per due voti

Previsioni rispettate: per il rinnovo dell’Ordine dei giornalisti della Campania si annunciavano elezioni calde e calde sono state, con un finale caldissimo punteggiato da un intervento dei carabinieri, da ricorsi annunciati e da una rissa mancata di un soffio. I carabinieri sono arrivati alla Mostra d’Oltremare nel primissimo pomeriggio, hanno parlato prima con Ermanno Corsi, che ha guidato l’Ordine campano dal 1989 al 2007, poi con Giovanni Lucianelli,

presidente della commissione elettorale per i ballottaggi dei professionisti in corsa per il consiglio regionale, e sono andati via. Chiuse le urne alle 18 di domenica 26 maggio Lucianelli ha iniziato lo spoglio delle schede. Quattro i seggi da assegnare contesi dai


Massimiliano Amato e Gianfranco Coppola

candidati della lista del presidente uscente Ottavio Lucarelli, eletto al primo turno insieme a Paolo Mainiero: Rossana Russo, Vincenzo Esposito, Massimiliano Amato e Pino De Martino; e dalla squadra capitanata dal presidente dell’Assostampa Vincenzo Colimoro, che schierava prima di tutto se stesso e poi Pier Paolo Petino, Renato Cavallo e Vanni Fondi. Concluso lo spoglio, tre seggi venivano assegnati con risultato netto (Russo 305 preferenze, Colimoro 277, Esposito 269), mentre per il quarto la volata era al fotofinish: Amato 246 voti (quindi eletto), De Martino 245, Petino 244. A questo punto il presidente della commissione elettorale annunciava il riconteggio dei voti suscitando la reazione immediata del lucarelliano Gianni Russo perché la verifica delle schede va chiesta da uno dei candidati e non può essere iniziativa autonoma del presidente. All’intervento di Russo replicava con veemenza Petino che insisteva per il riconteggio costringendo  


Pier Paolo Petino e Gianni Russo

a uno scatto alcuni dei presenti per evitare che la distanza tra i due si riducesse fino a diventare pericolosa. Partiva quindi la verifica, con risultati

sorprendenti. Alla seconda lettura la classifica era De Martino 246, Amato 245, Petino 243; alla terza De Martino 244, Amato e Petino 243. Alle 23 Lucianelli annunciava l’esito definitivo della quarta e ultima verifica: De Martino che con 244 voti diventa consigliere dell’Ordine; appaiati a 243 preferenze Amato (che è il primo dei non eletti per maggiore anzianità ordinistica) e Petino. Un balletto di numeri oggettivamente inspiegabile che ha portato alla presentazione di un reclamo per chiedere, prima ancora della verifica delle preferenze, il controllo della corrispondenza tra il numero dei votanti e le schede poi emerse dalle urne.
Anche per l’elezione all’Ordine nazionale c’è stata una assegnazione sul filo: tranquilli al traguardo Antonio Sasso con 296 voti e Carlo Verna con 284, mentre l’ultima poltroncina se l’è aggiudicata Lino Zaccaria che ha raccolto 268 preferenze, le stesse del segretario uscente dell’Ordine regionale Gianfranco Coppola, ma ha prevalso per la maggiore anzianità ordinistica. 
Niente da dire sui pubblicisti con la macchina da guerra guidata da Domenico Falco che ai ballottaggi si è riposato perché tutti i suoi candidati sono stati eletti al primo turno, con un’esibizione di forza e di compattezza: al regionale tra il primo, ovviamente Falco, con 950 preferenze, e il terzo, l’avvocato

Lucio Perone, ci sono soltanto 45 voti di scarto; distanza mantenuta all’Ordine nazionale con 48 voti di differenza tra il primo, Salvatore Campitiello, che ha raccolto 913 preferenze e il decimo, Massimiliano Musto. La componente si riunirà ora il 31 maggio


Gennaro Guida e Ciro Pellegrino

per decidere la linea per l’Ordine nazionale e scegliere il vice presidente del regionale con il possibile esordio di Gennaro Guida al posto di Falco.
A dir poco deludente il risultato del Coordinamento dei giornalisti precari della Campania  che aveva presentato candidature individuali e portato avanti una campagna elettorale molto aggressiva. Un dato per tutti: l’iperattivo piccolo leader dei precari Ciro Pellegrino, candidato al consiglio nazionale, non è riuscito a conquistare neanche il ballottaggio, piazzandosi ultimo con 105 preferenze a distanza di 287 voti dal primo eletto.
Resta da capire chi ha vinto le elezioni. La risposta è: non ha vinto nessuno, anzi ci sono due sconfitti. Ha perso il trilavorista Colimoro, disoccupato storico che guida l’Associazione napoletana della stampa, è consigliere dell’Inpgi e ora è anche consigliere dell’Ordine regionale, che con il sostegno di Zaccaria e Corsi puntava a scalzare Lucarelli, anche se va detto che ha sfiorato il colpaccio. Con soli due voti in più Petino sarebbe diventato consigliere, definendo così un Ordine diviso in tre gruppi: quattro consiglieri professionisti con Lucarelli, tre pubblicisti con Falco e poi Colimoro e Petino. Numeri che avrebbero consentito di avviare una trattativa con i pubblicisti per


Pino De Martino e Francesco Marolda

far nascere una nuova maggioranza.
Certamente ha perso anche Ottavio Lucarelli: rispetto a tre anni fa l’opposizione ha conquistato un consigliere regionale (Colimoro), un revisore dei conti (Francesco Marolda) e un consigliere nazionale

(Zaccaria). E sono minoranze agguerrite che chiederanno spazi di gestione. Ma Lucarelli ha perso anche perché una squadra non è un uomo solo al comando, ma è soprattutto la compattezza tra il primo e l’ultimo. Due casi. Al regionale al primo turno Amato ha incassato 277 voti, mentre Colimoro ne aveva 251 e Petino 209; al secondo Amato ne ha persi addirittura 34, grande balzo invece per Colimoro salito a 277 e Petino a 243. Stesso percorso al nazionale: Coppola partiva da 305 ed è crollato a 268, Zaccaria è saltato da 252 a 268. Quindi poca attenzione all’intera squadra e sostegno più convinto a candidati di minore riconoscibilità professionale e in sostanza yesman.
Coppola comunque chiude la sua esperienza all’Ordine con un risultato positivo: ha dimostrato che non solo il presidente, ma anche il segretario può svolgere un ruolo. Sarà perciò importante vedere chi prenderà il suo posto nella prima riunione del consiglio fissata per il 3 giugno.